da salvatore | Lug 19, 2017 | Musica e letteratura
LA MANCINI: SCUOLA PLURIPREMIATA IN SICILIA VINCE SUI TEMI DELLA LEGALITA’.
L’Istituto comprensivo di Via Laparelli ha stravinto a Cinisi lo scorso 17 giugno nel 1° Concorso letterario nazionale “Artisti” per Peppino Impastato”.
L’evento, organizzato dallo scrittore e giornalista Salvatore Lanno, in collaborazione con La piccola Orchestra onlus, si è svolto nella sala civica del comune palermitano, alla presenza delle autorità locali, del Presidente di giuria e giornalista, Michele Cucuzza, e della scrittrice Vittoria De Marco Veneziano. Particolarmente coinvolgente l’intervento di quest’ultima, tutto rivolto alle nuove generazioni, ma anche un elogio alle insegnanti che, con il loro entusiasmo, riescono sempre a trascinare i giovani verso strade di bellezza e conoscenza, con esempi di dedizione gratuita, non accompagnata necessariamente da compensi, e spirito di abnegazione non comuni. Alle classi Quarta A e Prima A del plesso Pietro Mancini dell’ Istituto rispettivamente sono andati il secondo e terzo posto, nella sezione dedicata alle scuole, con le opere “La Legalità è” e “Un antidoto per il mondo”. Agli alunni della Quarta, già conosciuti ai lettori di Via Vai per aver raccontato in più occasioni le numerose attività intraprese nel quartiere sui complessi temi del vivere comune, è andata anche la menzione speciale della critica, con il brano “La scuola, un diritto con le ali”, composta sotto la guida della maestra e musicista Carla Monterosso. A ritirare i riconoscimenti, oltre a quest’ultima, le maestre, Marisa Madera, con una formazione specifica nell’ambito della Legalità e da anni impegnata in tal senso, l’insegnante Maria Ghidelli a cui si deve gran parte della costanza, e chi vi scrive, nel doppio ruolo di docente e cronista. Il nostro entusiasmo era iniziato da qualche mese prima con l’adesione al concorso. I bambini, benché piccoli, avevano mostrato un interesse particolare di fronte alla proposta di vedere un cartone animato sul giovane Peppino. Il naturale passaggio è stato quello di approfondire e sviluppare ulteriormente i temi toccati nel filmato. Le grandi domande sono partite da loro e in loro hanno trovato le risposte possibili. Successivamente è arrivata la proposta fatta ai bambini di aderire ad un concorso, la cui unica vera ricompensa, oltre a targhe e attestati, sarebbe stata la crescita. Crescita del senso civico e dell’amore per la Giustizia. Una giustizia un po’ più giusta, però, di quella che per anni ha contribuito al depistaggio delle indagini sulla morte di Peppino. Una giustizia un po’ più umana di quella che ha impiegato ventiquattro anni a restituire nelle mani di una madre il documento con la ricostruzione di quei fatti di sangue e mafia avvenuti in seno alla stessa famiglia. Sembrava proprio di vederla ancora Felicia, ormai anziana, sull’uscio di quella che ora è la Casa della Memoria, aperta a pubblico e scolaresche. Secondo le testimonianze che abbiamo raccolto, la madre, anziana e volitiva dell’eroe di Cinisi che fino alla fine ha lottato e preteso verità, apriva la sua casa e vi faceva entrare in particolar modo i giovani invitandoli a studiare e a tenere la schiena dritta, passando loro il messaggio di cultura lasciato da Peppino. La nostra piccola spedizione del tutto autofinanziata e spontanea, “al netto”, dei bambini, essendo purtroppo terminato l’anno scolastico, ha voluto come prima tappa recarsi sui luoghi in cui la storia tragica si è consumata. Ad indicarcela in tanti a Cinisi, forse testimoni diretti di un’epoca non lontana e ancora fortemente sentita.

All’improvviso, sulla strada del centro, una serie di pietre d’inciampo in ceramica con le frasi più celebri dell’antimafia a scandire i cento passi che intercorrono tra la casa della vittima, Peppino, e quella di colui che fu indentificato come il carnefice mandante dell’esecuzione, Gaetano Badalamenti. “Tu fusti”, lo aveva additato senza alcun timore Felicia, durante il processo in cui si era costituita parte civile. L’Edificio del boss è oggi confiscato e restituito alla collettività.
Avremmo voluto che i nostri bambini, presenti idealmente, avessero potuto essere con noi anche materialmente, durante tutti i momenti vissuti a Cinisi, perché, oltre alla gioia della vittoria, avremmo condiviso una grossa lezione di vita e cioè che l’ingiustizia vissuta, un forte dolore possono sempre essere mutati in un messaggio positivo tramandabile a sua volta. Il malaffare può essere fermato con la condivisione di cultura e bellezza, così come Peppino ci ha insegnato, senza timore e con responsabilità. Lui credeva fermamente nel valore della comunicazione.
Può essere cambiato il sistema, se si sta insieme a tanti. Isolati si muore. Eppure, con la morte ingiusta e deprecabile di un giovane, si sono sublimati i concetti di rettitudine e correttezza che animavano il Martire cinisense. La presenza di Luisa Impastato tra i giurati, nipote diretta di Peppino e figlia del fratello Giovanni, oggi presidente dell’Associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, è stata più eloquente di ogni altro discorso. Senza dubbio avrebbe gratificherebbe e tranquillizzerebbe di più una maggiore risonanza di eventi come questo che valorizzano l’esempio di un così illustre Italiano. Anche per seguitare a nutrire di virtù e continuità la scelta di Peppino, che, attraverso l’esperienza violenta del suo assassinio, ha raggiunto più consensi spontanei di quanto la violenza riesca ad imporre. Coloro che hanno scelto da che parte stare fanno grandi opere di bene al mondo e ogni giorno rinnovano la loro adesione alla regola . Ci piace pensare che, se Peppino avesse potuto continuare a vivere, avrebbe compiuto tante altre azioni degne di nota. Forse avrebbe continuato senza timore a parlare dai microfoni della sua radio Aut; è probabile che avrebbe preso dei premi prestigiosi dedicati alla lotta al crimine o addirittura li avrebbe lui stesso elargiti ad altri, con la convinzione che i premi sono riconoscimento al merito. Magari avrebbe gridato a gran voce che, se e quando arrivano, sono un onore per chi li riceve direttamente, ma anche un prestigio per la comunità intera a cui i premiati appartengono. Non per il mero trofeo, ma per il significato più alto che recano. E vanno posti sotto l’attenzione di tutti, affinché possano svolgere la loro funzione di indirizzo al bene nella società. Questo concetto non è sempre scontato e chi fa il passo avanti per mettersi a disposizione della verità e degli altri va sostenuto, non lasciato solo. Mai o mai più.
Nunzia Masci
da salvatore | Lug 19, 2017 | Attualità
“Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene”.
Paolo Borsellino sapeva delle conseguenze e dei rischi del suo lavoro, del suo operato, nel modo e nel luogo dove lo faceva. Consapevole di trovarsi in estremo pericolo, aveva scelto di andare avanti avvertendo queste parole: “È bello morire per ciò in cui si crede; chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”. Credeva e sopravviveva per la sua causa, e cercava di farlo capire anche alla gente.
In un discorso ai cittadini siciliani, Paolo si pronunciò così: “La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non dove essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolge tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’ indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”. Nel 1963 Borsellino partecipò al concorso per entrare in magistratura; classificatosi venticinquesimo sui 171 posti messi a bando, con il voto di 57, divenne il più giovane magistrato d’Italia.
Iniziò quindi il tirocinio come uditore giudiziario e lo terminò il 14 settembre 1965 quando venne assegnato al tribunale di Enna nella sezione civile. Nel 1967 fu nominato pretore a Mazara del Vallo.
Nel 1969 fu pretore a Monreale, dove lavorò insieme ad Emanuele Basile, capitano dei carabinieri. Il 21 marzo 1975 fu trasferito a Palermo ed il 14 luglio entrò nell’ufficio istruzione affari penali sotto la guida di Rocco Chinnici. Nel febbraio 1980 Borsellino fece arrestare i primi sei mafiosi tra cui Giulio Di Carlo e Andrea Di Carlo legati a Leoluca Bagarella. Grazie all’indagine condotta da Basile e Borsellino sugli appalti truccati a Palermo a favore degli esponenti di Cosa Nostra si scopre il fidanzamento tra Leoluca Bagarella e Vincenza Marchese sorella di Antonino Marchese, altro importante Boss. Il 4 maggio 1980 Emanuele Basile fu assassinato e fu decisa l’assegnazione di una scorta alla famiglia Borsellino.
Il 29 luglio 1983 fu ucciso Rocco Chinnici, con l’esplosione di un’ autobomba. Il pool chiese una mobilitazione generale contro la mafia. Nel 1984 fu arrestato Vito Ciancimino, mentre Tommaso Buscetta, catturato a San Paolo ed estradato in Italia, iniziò a collaborare con la giustizia. Borsellino chiese ed ottenne (il 19 dicembre 1986) di essere nominato Procuratore della Repubblica di Marsala. Con Falcone a Roma, Borsellino chiese il trasferimento alla Procura di Palermo e l’11 dicembre 1991 vi ritornò come Procuratore aggiunto, insieme al sostituto Antonio Ingroia.
Il 19 luglio 1992, dopo aver pranzato a Villagrazia con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, Paolo Borsellino si recò insieme alla sua scorta in via D’Amelio, dove viveva sua madre. Una Fiat 126 parcheggiata nei pressi dell’abitazione della madre con circa 100 kg di esplosivo a bordo detonò al passaggio del giudice, uccidendo oltre a Paolo Borsellino anche i cinque agenti di scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Borsellino andò incontro alla morte con una serenità e una lucidità incredibile.
Salvatore Lanno
da salvatore | Giu 4, 2017 | Musica e letteratura
Concorso Nazionale Letterario
“Artisti” per Peppino Impastato
Prima edizione
Classifica e premi
Sezione A: Poesia a tema libero (compresa Poesia dialettale)
1° Classificato: Salvatore Pidone con l’opera “Salvaci” (Como)
2° Classificato: Paolo Zogno con l’opera “Mentre coglievo margherite sulla pelle della Luna” (Torino)
3° Classificata: Valeria Davide con l’opera “Torno a te” (Caserta)
Premio speciale conferito a:
Luigia Sciortino con l’opera “A Peppino Impastato: bravo cittadino” (Partinico – Palermo)
Menzione d’onore conferita a:
Francesco Billeci con l’opera “Peppino, una voce danzante” (Borgetto – Palermo)
Rosario La Greca con l’opera “L’alba nuova un dì verrà” (Brolo – Messina)
Giuseppe Modica con l’opera “La voce del coraggio” (Ragusa)
Amelia Baldaro con l’opera “La Fenice” (Genova)
Gianluigi Redaelli con l’opera “Il tuo nome, Peppino” (Balestrate – Palermo)
Vito Sorrenti con l’opera “Che diranno alla madre” (Sesto S. Giovanni – Miano)
Rosaria Franco con l’opera “I resti dell’inverno” (Melizzano – Benevento)
Calogero Sorce con l’opera “Sugnu Pippinu” (Venaria – Torino)
Cristian Zarotti con l’opera “Sinistra” (Parma)
Salvatore Gazzara con l’opera “La puisia” (Messina)
Menzione di merito conferita a:
Igea Arnao con l’opera “Cerca rifugio” (Palermo)
Vincenzo De Marco con l’opera “La mia terra” (Grottaglie – Taranto)
Marzia Schenetti con l’opera “La vita è breve” (Cerredolo – Reggio Emilia)
Vincenzo Patierno con l’opera “La strada” (Napoli)
Angela Russo con l’opera “Gli uomini sensibili” (Prato)
Massimiliano Raso con l’opera “L’amore è follia” (San Giorgio – Taranto)
Elena lo Casto con l’opera “Sale il fumo” (Bologna)
Selene Pascasi con l’opera “Io ti amavo” (L’Aquila)
Greco, F. Bifano, A. Di Vita, S. Schepis con l’opera “Raccoglierò il mio pianto” (Desenzano D/G – Brescia)
Marisa Provenzano con l’opera “Il tempo delle more” (Catanzaro)
Lisa Di Giovanni con l’opera “Cerco sempre il mare” (Isola del Gran Sasso – Teramo)
Maria Teresa Infante con l’opera “Senz’alba” (San Severo – Foggia)
Attestato di segnalazione conferito a:
Suma Maria Dolores con l’opera “Mai” (Varese)
Nicola Angelo Pezzoni con l’opera “Mio segreto cuore” (Scanzorosciate – Bergamo)
Antonella Laviola con l’opera “Libertà dell’essere” (Roma)
Giovanni Galli con l’opera “Da castigato pioppo” (Savigliano – Cuneo)
Monica Fiorentino con l’opera “Ho conosciuto un angelo che si chiama Godot” (Sorrento – Napoli)
Alessandro Cannavale con l’opera “Come i cani” (Lecce)
Sezione B: Libro Fantasy Edito
1° Classificata: Sara Pusterla con l’opera “Melody – Wolf’s Heart” (Piateda – Sondrio)
2° Classificato: Antonio Febi con l’opera “Miry e il fantastico mondo di Diamantia” (Vicovaro – Roma)
3° Classificata: Laura Santella con l’opera “Lucifer-L’Angelo che divenne diavolo” (Grosseto)
Menzione d’onore conferita a:
Debora De Lorenzi con l’opera “Maledetto libero arbitrio” (Pieve Albignola – Pavia)
Menzione di merito conferita a:
Antonio Giuga con l’opera “Il dono di Halley” (Modica – Ragusa)
Elena Quondamcarlo con l’opera “ Il mantello piegato” (Alviano – Terni)
Salvatore Bellantonio con l’opera “La battaglia dei sette re” (Palermo)
Anna Angelica Godoli con l’opera “Apparition” (Firenze)
Giovanni Parentignoti con l’opera “Alfheim Il dragone rosso di Britannia” (Noto – Siracusa)
Francesco Leo con l’opera “Nithràl – Il ciclo della rinascita” (Siano – Salerno)
Sezione C: Libro Narrativa Edito
1° Classificata: Francesca Sassano con l’opera “Lei stava lì” (Potenza)
2° Classificato: Antonio Fragapane con l’opera “Comete” (S. Elisabetta – Agrigento)
3° Classificato: Roberto Cibin con l’opera “La ragazza del tram” (Sesto S. Giovanni – Milano)
Premio speciale conferito a:
Salvatore Lisi con l’opera “Caffè amaro” (Butera – Caltanissetta)
Menzione d’onore conferita a:
Salvatore Pidone con l’opera “La seconda morte del prete” (Como)
Giuseppe Barcellona con l’opera “ Cento passi indietro” (Palermo)
Luigi Sardiello con l’opera “Il punto che non conosco” (Roma)
Ketty Carraffa con l’opera “Come le mimose” (Milano)
Menzione di merito conferita a:
Renzo Piccoli con l’opera “Ippocampo” (Bologna)
Daniele Trubiano con l’opera “Bolle di affanno” (Pisa)
Lucia Esposito con l’opera “Il silenzio spezzato” (Napoli)
Duilio Pairetti con l’opera “Il Sindaco con due mogli” (Luino – Varese)
Enrico Antonio Cameriere con l’’opera No hurricane” (Reggio Calabria)
Aldo Ungari con l’opera “Un cammino” (Brescia)
Lina Giuffrida con l’opera “Come cambia il destino” (Catania)
Rosa Mancini con l’opera “Monologo di un abbandono” (Napoli)
Brunella Giovannini con l’opera “Un volo di farfalle” (Reggiolo – Reggio Emilia)
Emidio D’Amato con l’opera “La luce e il buio” (Fabrica di Roma – Viterbo)
Massimo Polimeni con l’opera “Quel che resta oltre il buio” (Roma)
Maria Teresa Balsamo con l’opera “Malae Spinae” (Palermo)
Domenico Mecca con l’opera “La legge non è uguale per tutti” (Lusignano – Savona)
Giuseppe Verrienti con l’opera “Il Pantalonaio” (Roma)
Gaetano Barreca con l’opera “Dopo il funerale” (Londra)
Antonina Teresa Gammauta con l’opera “Isole” (Palermo)
Curti, C. Tocci con l’opera “Sette note per dirlo” (Varese/Roma)
Anna Giudice Vascella con l’opera “Il mistero dell’antica reliquia” (Rosate – Milano)
Marco Allegri con l’opera “Caos perfetto” (Volvera – Torino)
Attestato di segnalazione conferito a:
Flavia Todisco con l’opera “Come gli scontrini in autunno” (Cinisello Balsamo – Milano)
Enrico Buongiovanni con l’opera “La piccola gioia” (Pistoia)
Andrea Marchetti con l’opera “Le nebbie del passato” (Grotta Ferrata – Roma)
Vincenzo A. Pistorino con l’opera “La notte di San Lorenzo” (Roma)
Giuseppe Baiocco con l’opera “La donna di Villamare” (Montefano – Macerata)
Linda Eleonora Russo con l’opera “Un viaggio dentro” (Corsico – Milano)
Nadia Bertolani con l’opera “Mariotta la quarta bambina” (S. Secondo – Parma)
Eleonora Panzeri con l’opera “Come il ghiaccio d’estate” (Milano)
Stefano Tesi con l’opera “Amore Incondizionato Dal Sangue” (Agliana – Potenza)
Vito Di Lorenzo con l’opera “Un viaggio, un uomo, un cane” (Monteforte D’Alpone – Verona)
Simona Bagnato con l’opera “Giglio bianco” (Caniparola – Carrara)
Davide Iome con l’opera “Somewhere I belong” (Milano)
Sezione D: Fiabe e racconti per bambini
1° Classificata: Andreina Moretti con l’opera “Spazio vuoto” (Roseto Degli Abruzzi – Teramo)
2° Classificata ex aequo: Fabiana Sarcuno con l’opera “Il passerotto e il mare” (Assago – Milano)
2° Classificata ex aequo: Christina Germann-Chiari con l’opera “Il pesciolino Biriboro” (Gordevio – Svizzera)
3° Classificato ex aequo: Alberto Tinarelli con l’opera “Il sogno di Carlo” (Ferrara)
3° Classificato ex aequo: Alessia Cochetta con l’opera “Lo sbadiglio della terra” (Perugia)
Menzione di merito conferita a:
Antonella Monti con l’opera “Sveglia Alfredo” (Saronno – Varese)
Ciurcina Paola con l’opera “La rondine e l’usignolo” (Palazzolo A. – Siracusa)
Antonio Foti con l’opera “Il Ciabattino di Ottiglio” (Casale M.to – Alessandria)
Attestato di segnalazione conferito a:
Deidda Francesca Denise con l’opera “Geronimo” (Roma)
Sezione E: Canzoni, Brani e Composizioni Musicali
1° Classificata: Annalisa Cocciolo con l’opera “Ricercare” (Squinzano – Lecce)
2° Classificato: Josè Russotti con l’opera “Terra di focu” (Messina)
3° Classificato: Giacomo Di Girolamo con l’opera “fino in fondo” (Marsala – Trapani)
Menzione d’onore conferita a:
Schenetti, G. Domizi, S. Domizi con l’opera “Io sono l’edile” (Cerredolo – Reggio Emili/Nettuno – Roma)
Menzione di merito conferita a:
Francesca Paola Draetta con l’opera “Illusione” (Noviglio – Milano)
Sezione A-D-E: Istituti Scolastici
1° Classificata: La classe 3 A dell’Istituto “A. Papa” di Desenzano D.G (Brescia) con l’opera “Quando le porte”
2° Classificata: La classe 4 A dell’Istituto “ P. Mancini” di Roma con l’opera “La legalità è…”
3° Classificata ex aequo: La classe 1 A dell’Istituto “P. Mancini” di Roma con l’opera “Un antidoto per il mondo”
3° Classificata ex aequo: La classe 3 B dell’Istituto “G. Rodari” di Bareggio (Milano) con l’opera “Antartide”
Premio speciale “La Piccola Orchestra” conferito a:
La classe 4 A dell’Istituto “ P. Mancini” di Roma con l’opera “La Scuola… un diritto con le ali”
Attestato di segnalazione conferito a:
La classe 3 B dell’Istituto “A. Papa” di Desenzano D.G (Brescia) con l’opera “La scarpa matta”
La classe 3 D dell’Istituto “G. Rodari” di Bareggio (Milano) con l’opera “L’amuleto magico”
Jacopo Ancora dell’Istituto Comprensivo “M.L. King” di Roma con l’opera “Questo sono io”
da salvatore | Mar 2, 2017 | Musica e letteratura

Intervista a Silvana Faletra, amica di
Peppino Impastato
Cara Silvana, per puro caso ho scoperto che lei conosceva Peppino! E l’idea di farle un’intervista è arrivata all’istante. Come lo ha conosciuto, eravate compagni di scuola, amici d’infanzia o che cosa?
Ho conosciuto Peppino tramite il mio ex marito, che oltre che essere stato suo compagno universitario ne condivideva il pensiero ideologico.
Gli ideali di Peppino li ha sempre seguiti? Lei faceva parte della “compagnia” di Peppino?
Condividevo già gli ideali di Peppino: sono nata e cresciuta in una terra dove lo strapotere mafioso incarnava già ciò che oggi, a livello mondiale, il potere economico attua con gli stessi metodi, anche se, apparentemente più sottili, più subdoli e, quindi più pericolosi in quanto avallati oltre che dai politici che la gente si illude di avere “scelto?” democraticamente, anche da una stampa complice “inconsapevole?”… anche allora la paura strisciante di questo potere mafioso che agiva non esitando ad eliminare chi lo ostacolava, si respirava nell’aria, ogni bambino cresceva succhiandola dal latte materno …tentare di promuovere una certa consapevolezza e/o nominare gli Innominabili era qualcosa che richiedeva oltre a una certo tipo di coscienza quasi istintiva, innocente, che tende a valutare l’ingiustizia, la prevaricazione come costrittive della libertà individuale e, quindi sociale, anche una buona dose d’incoscienza, quell’incoscienza propria di quell’età giovanile che nella sua freschezza ed autenticità pensa a cambiare lo stato di cose, quell’età che non pensa alla morte …forse perché ancora troppo presa dalla vita e dal senso autentico della stessa. Con questo atteggiamento frequentavo Radio-Aut e partecipavo a qualche trasmissione di “Onda Pazza” …era come un gioco …mi viene in mente in questo momento una magnifica canzone di De André tratta dall’album “Storia di un impiegato” ispirata al maggio francese del “68” …ecco …anche il maggio di dieci anni dopo vide Peppino dilaniato …quei versi, anche se in un contesto diverso esprimono chiaramente il dopo delitto a Cinisi …un monito per tutti …sempre con la complicità sia giornalistica, sia istituzionale a tentare di incriminare le idee, la voglia di giustizia …di intimorire, annientare quel po’ di coraggio che la paura, resasi palese in ciascuno di noi, tentava di fagocitare.
Oltre all’entusiasmo di fare, cosa ricorda di lui?
Con la consapevolezza di oggi: ricordo la sua introversione, i suoi silenzi…quel suo atteggiamento solitario, come di qualcuno che sa …sa che il suo destino è segnato …sa che ciò che sta facendo lo porterà ad oltrepassare una soglia da cui non si torna indietro …sa che ha inscenato un copione, in cui sia il protagonista, sia il regista si fondono in un unico essere e che il sipario del palcoscenico calerà quando le comparse (i mafiosi) attueranno quel gesto finale che lo consegnerà alla storia di questa terra a segnare un nuovo sentiero… dove la sua orma resta visibile, marchio indelebile del suo spirito eterno…è così che lo ricordo…eterno fanciullo cresciuto in un ambiente ostile…così come il fior di loto cresce nel fango a ricordarci che la melma, per quanto putrida possa essere non ostacolerà mai quella forza sottile che permette la fioritura della bellezza e della delicatezza che giace nel cuore di tutti noi…solo se accettiamo la vita…e accettiamo di viverla fino in fondo consapevoli che non è la quantità degli anni che conta ma la qualità degli stessi.
Nelle difficoltà che si incontravano come reagiva? E voi del “gruppo” cosa facevate per supportarlo?
Come tutti gli esseri umani: talvolta si “incazzava”, altre volte era più tollerante …a mio parere aveva una capacità innata nel percepire il grado di coscienza di chi aveva davanti, e pur tentando di coinvolgerlo nelle sue argomentazioni non ne forzava mai i limiti …piuttosto lo accettava così com’era. Il gruppo cercava di seguirlo e pur nelle diversità si trovava sempre un punto d’incontro …ma, ripensandoci, Peppino era oltre, sia nell’analisi del sociale, sia nella sensibilità a coglierne gli aspetti salienti.
Ricorda un episodio particolare che vuole fare emergere?
Ricordo l’ultima volta che lo vidi, nel periodo di campagna elettorale, qualche giorno prima del suo omicidio: nella sede di radio Aut sdraiato nella famosa poltrona rossa con la flebo al braccio, causa una intossicazione alimentare, era come se attingesse ad una forza esterna …in quel momento, probabilmente, sperava di assolvere il compito che si era prefissato: essere spirito presente in quell’aula consiliare …compito assolto fino in fondo. Quell’aula oggi porta il suo nome.
Secondo lei cosa è cambiato dopo la morte di Peppino?
Ti rispondo con un’altra domanda: secondo te cosa è cambiato dopo il “68 e il “78? E’ vero, per molti Peppino è diventato un’icona, è uno dei “soliti eroi”, ragazzi di tutto il mondo vengono a “Casa Memoria”, si ricorda il 9 maggio, si tengono convegni …e questa è una cosa culturalmente buona ma …ma localmente, a parte qualche sporadica presenza e i soliti compagni che, a mio parere, sono rimasti ancorati a quel periodo…la realtà segue gli stessi ritmi di un sistema globalizzante che si è insinuato capillarmente nella stragrande maggioranza delle menti umane creando una coscienza sociale priva dei reali valori che dovrebbero distinguere l’essere umano, in quanto portatore di un IO, dall’animale, incosciente di ciò che è, e che ne fa, appunto, un innocente. Forse ti sembrerà un po’ cruda questa mia osservazione ma non scevra di speranza, comunque …so che un mondo più elevato esiste e questo mondo avrà la sua esistenza …il tempo che ci vorrà dipende solo da noi …ma è INELUTTABILE e, coloro che hanno vissuto e sono morti per questo mondo lo vedranno sorgere nella sua gloria e loro con esso.
Grazie!
