Anche in questi mesi la maggior parte dei pensieri è inevitabilmente legata alla pandemia, secondo una duplice prospettiva temporale, di breve e di medio/lungo termine. A settembre le attività scolastiche, pur tra mille difficoltà, sono riprese, generalmente in presenza e in qualche caso in forma mista presenza-distanza in virtù ad una diffusione di contagi che rallentava. Ad ottobre il numero dei contagi ha preso a risalire in modo esponenziale, e con esso anche le preoccupazioni per i prossimi mesi: si torna a misure di contenimento più strette e quindi mettere in discussione e capire quale sarebbero state le conseguenze sulla vita personale e sull’economia. Naturalmente l’istruzione ha un ruolo di grande importanza nello sviluppo di un Paese. Essa è contemporaneamente una risorsa per le singole persone ai fini della piena realizzazione delle loro potenzialità, una risorsa per l’intera società, perché a una migliore educazione istruzione dovrebbero far seguito comportamenti civici sempre più virtuosi. All’istruzione è perciò dedicata una delle missioni previste dalla proposta di Linee guida; l’obiettivo della missione è quello di “migliorare la qualità dei sistemi di istruzione e formazione in termini di ampliamento dei servizi per innalzare i risultati educativi”. Attendiamo!
Un nome, quello di Peppino, che ormai rispecchia l’emblema della lotta all’ illegalità e al “rifiuto” delle associazioni mafiose.
Affinché ci sia la legalità non è sufficiente osservare una regola scritta o un ammonimento. Legalità vuol dire dare a ciascuno ciò che gli spetta, rispettare il principio secondo il quale non bisogna mai smettere di avere ‘fame e sete di giustizia’, battersi quotidianamente per far rispettare l’articolo 3 della Costituzione che afferma che ‘tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge’. Nelle nostre realtà sociali, però, il concetto di legalità non può essere in nessun modo distinto dal principio di lotta alla mafia. Come ci insegnavano i giudici Falcone e Borsellino, la mafia non è soltanto uccidere, spacciare droga o imporre il pagamento del pizzo. No! La mafia prima ancora di essere criminalità organizzata è una mentalità. E’ un atteggiamento violento rivolto nei confronti di un’altra persona, è la voglia di prevaricare gli altri, di apparire superiori facendo uso della violenza. La mafia, la violenza, il sopruso traggono nutrimento principalmente dalla paura. Penso che è nella lotta per l’affermazione della legalità che risiede il senso più autentico della dignità umana. Quella dignità che costituisce la base autentica della libertà.
Per ricordare Peppino, si è indetta la terza edizione del Concorso Nazionale Letterario “Artisti” per Peppino Impastato con l’intento di sensibilizzare, spronare e valorizzare l’attività letteraria e musicale. Un concorso che vuole unire vari ‘artisti’: poeti, autori, scrittori, musicisti, scolari… ad affrontare e a ricordarsi della legalità. La legalità, parola della quale si abusa ma che difficilmente si comprende il significato! Innanzitutto vuol dire rispetto delle regole, purtroppo però spesso anche chi rispetta formalmente le regole lo fa più per paura delle sanzioni che per adesione vera al concetto di legalità. L’Italia è la nazione nella quale per far rispettare un divieto occorre scrivere che quel comportamento è ‘severamente’ vietato, scrivere semplicemente ‘è vietato’ non basta!
L’iniziativa, intende rivolgersi alla più ampia platea di partecipanti di varie generazioni. Il carattere di internazionalità della competizione, pubblicizzata attraverso i canali informativi più appropriati, agevola un effettivo scambio socio-culturale e linguistico tra i tutti i partecipanti del nostro territorio. Un concorso “itinerante” che ad ogni edizione cercherà di “raggiungere” una città diversa. La volontà è quella di coinvolgere il territorio in questo importante evento, e soprattutto come già scritto prima, nel tentativo di valorizzare la vocazione poetica/letteraria e musicale.
Nelle precedenti edizioni, figurano nomi di autorevoli giurati in campo sia artistico che musicale. Nella prima e nella seconda edizione, il presidente di giuria è stato Michele Cucuzza (anche in questa edizione) e negli anni la giuria è stata composta dalla scrittrice Vittoria Veneziano, dalla giornalista Laura Spanò, dall’attore Alessandro Indonea, dal candidato Nobel alla letteratura Alessio Arena, dal musicista/scrittore Francesco Gatta, Carmelo Galati (attore fiction Raiuno“La Mafia uccide solo d’estate”), Cassandra Raffaele (cantante-musicista presente alla trasmissione televisiva Xfactor), Alessandra Sala (scrittrice di romanzi per bambini) e altri ancora.
Ma tornando alla legalità, il pensiero di Don Ciotti: “La legalità, per essere strumento di giustizia e non solo di potere, presuppone relazioni fondate sulla prossimità, ossia su qualcosa che non si può apprendere ‘per legge’. La legge non può insegnare la prossimità, l’accoglienza, l’amore. Qui entra in gioco qualcosa che abita la profondità e il mistero dell’animo umano, ben oltre le logiche del divieto e della prescrizione: l’atto del riconoscimento. Riconoscere significa scoprire che la nostra identità è il risultato di una relazione e di un incontro e che le nostre azioni hanno sempre un effetto sulla vita degli altri. E’ questo a rendere cruciale l’uso che facciamo della nostra libertà. Un’educazione alla legalità che non sia, prima di tutto, un’educazione alla responsabilità, difficilmente saprà infondere in un giovane l’amore per l’impegno e il desiderio di conoscenza, desiderio di iscrivere la propria vita dentro un cammino di giustizia e di libertà collettive”.
Concludo “regalandovi” alcune frasi di Silvana Faletra, amica di Peppino, in un’intervista che con grande orgoglio ho fatto anni fa: “…ricordo la sua introversione, i suoi silenzi quel suo atteggiamento solitario, come di qualcuno che sa. Sa che il suo destino è segnato, sa che ciò che sta facendo lo porterà ad oltrepassare una soglia da cui non si torna indietro, sa che ha inscenato un copione, in cui sia il protagonista, sia il regista si fondono in un unico essere… “
Ecco, io spero che tutti noi, attraverso la scrittura e la musica riuscissimo ad essere registi del nostro “copione” ricco di giusti ideali.
Mi permetto di dire la mia sul Corona Virus (Virus Covid19) dopo aver letto, ascoltato notizie da qualsiasi strumento di informazione. Troppa e sbagliata informazione porta panico, soprattutto perché si viene bombardati da notizie e scandalistici e da titoloni per catturare l’attenzione. Si parla di epidemia, si segnalano in continuazione casi sospetti, si svuotano gli scaffali dei supermercati, le scuole del nord Italia sono chiuse, iniziative ludiche e sportivi sospese, i mezzi di trasporto semi vuoti…. Peccato che si “perda” tempo a leggere notizie solo sui social (è giusto che ognuno scriva la propria opinione, ma non deve servire per fare disinformazione e allarmismo) senza andare ad informarsi sui canali e siti più competenti (www.salute.gov.it). In passato il virus Ebola ha avuto una mortalità stimata tra il 40/90%, il virus Hendra del 40%, il virus Nipah del 10%, il virus Mers del 34%, il Corona virus (attualmente) 2,3% in Cina e l’1% in Europa.
Cerchiamo di rispettare le disposizioni e le regole del ministero della salute, ma soprattutto di usare il buon senso. Per tutte le altre notizie ci penseranno i tg e i giornali!
Coppa Italia ottavi di finale, Inter-Benevento 6-2: ai quarti i nerazzurri sfideranno la Lazio
Vorrei solo parlare del primo fischio di questa partita ma una piccola parentesi su altri tipi di fischi è doveroso farla. Anche perché è impossibile non notare le cause. Uno stadio che si riempie quasi sempre di 70 mila tifosi adesso è vuoto. Stasera si gioca a porte chiuse e oltre a noi della tribuna stampa e allo staff delle due squadre, sono presenti un centinaio di tagliandi a disposizione per i disabili e accompagnatori. La visione sugli spalti è surreale. Anche la voce dello speaker sembra “diversa” e quella dei giocatori rimbomba fino in tribuna. Sabato, per la gara di campionato arriva il Sassuolo e ci saranno i bambini a rendere San Siro un po’ meno silenzioso.
INTER-BENEVENTO 6-2
Inter (4-2-3-1): Padelli; Vrsaljko, Ranocchia, Skriniar, Dalbert; Gagliardini, Brozovic (37′ st Joao Mario); Candreva, Martinez, Perisic (22′ st Borja Valero); Icardi (1′ st Politano).
A disp.: Handanovic, Berni, De Vrij, Miranda, D’Ambrosio, Asamoah, Vecino, Nainggolan, Keita. All.:Spalletti.
Benevento (3-5-2): Montipò; Tuia (37′ st Billong), Antei, Di Chiara; Improta, Bandinelli, Buonaiuto (39′ st Sanogo), Tello, Letizia; Insigne, Coda (29′ st Ricci).
A disp.: Gori, Zagari, Gyamfi, Costa, Sparandeo, Cuccurullo, Maggio, Del Pinto, Armenteros. All.: Bucchi.
Arbitro: Giua
Marcatori: 2′ rig. Icardi (I), 7′ Candreva (I), 46′ Dalbert (I), 3′ st Martinez (I), 12′ st Insigne (B), 21′ st Martinez (I), 28′ st Bandinelli (B), 50′ st Candreva (I)
Aria di cambiamento grazie ai giovani di Peppino Impastato.
Mi ritrovo a metà corteo che inizia dalla sede di Radio Aut (Terrasini) a Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato (Cinisi). Mi fermo ad un parcheggio, quello che va verso lo stadio. Sento la necessità di scrivere quello che “vedo”… Un fiumara di persone lì, per Peppino, per ricordare che sono trascorsi 40 anni dal suo assassinio di mafia. Il caldo è forte e l’atmosfera afosa anima la folla. Tanti ragazzi che urlano gli ideali di Peppino, che a squarciagola inneggiano frasi contro la mafia, contro i mafiosi. Tante e forse troppe telecamere e “fotografi” che bloccano e rendono a tratti la sfilata un’attrazione teatrale . Forse le immagine dovrebbero essere “catturate” dentro di sé, immagazzinarne troppe si rischia di farne indigestione; perché non solo Sky, Rai News, TRM, Palermo Today e altri emittenti televisive cercano di valorizzare l’evento, anche ogni persona che si trova li, cerca di cogliere lo scatto giusto. Pure io! Accenti e dialetti da tutt’Italia, ragazzi e scuole di Brescia, Molfetta, Catania, Rovereto, Varese, Cinisi, Palermo, …
Molte associazioni e partiti presenti: dal partito comunista alla Cgil, da Casa Memoria a Amnesty International, da “Donne di Benin City” ad “Agende Rosse” Paolo Borsellino e tante altre associazioni provenienti da ogni parte della penisola. Sentire i vari ragazzi intonare cori, fa capire che forse qualcosa può e deve cambiare, perché bisogna dare fiducia e un futuro a questi giovani. Nella loro “grinta” si sentiva una ventata di cambiamento, una reazione al “marciume” della corruzione che ancora esiste. Quello che i giovani hanno trasmesso deve far riflettere coloro che credono che tutto dovrà rimanere così! Invece no, si può cambiare!
C’erano molti volti noti, sia della politica che dello spettacolo: Susanna Camusso, Roy Paci, Leoluca Orlando, ovviamente Giovanni Impastato e altri ancora. C’erano anche molti sindaci, tra gli altri l’attivista primo cittadino di Messina Renato Accorinti. Chissà se in mezzo a tutti non c’erano anche dei mafiosi che si nascondevano.
Grazie “ragazzi” di Peppino! Ho ancora la pelle d’oca per le emozioni trasmesse.