L’obesità è associata ad una serie di malattie, dalle cardiovascolari all’ ipertensione, al diabete mellito, all’ osteoartrite, al tumore dell’endometrio, della mammella, della cistifellea e dell’intestino. Conta però la localizzazione prevalente del peso in eccesso. Infatti l’adipe a livello addominale (fenomeno molto più frequente nel sesso maschile) condiziona l’insorgenza soprattutto di diabete e malattie cardiovascolari sopracitate. Il consumo frequente di frutta e verdura, rispetto ai grassi animali, soprattutto se associata ad attività fisica, riduce notevolmente il rischio di tumore.
L’associazione tra cancro della mammella e sovrappeso è rilevante soprattutto dopo i 70 anni ed è legata a fattori ormonali; infatti, essendo cessata la produzione di estrogeni e progesterone da parte dell’ovaio il grasso in eccesso rappresenta una considerevole fonte di produzione estrogenica responsabile altresì del cancro dell’endometrio (mucosa dell’utero).
Quindi un minore introito calorico con predilezione di una dieta prevalentemente vegetariana associata ad attività fisica (basterebbero due o tre camminate a passo svelto di 15 minuti al giorno) ridurrebbe l’obesità e dunque le patologie ad essa correlate. Una maggiore attività fisica diminuisce il rischio di malattie quali la dismenorrea (il dolore mestruale intenso), vari disturbi circolatori e la sindrome depressiva, modula favorevolmente la sensazione di sazietà ed infine, riducendo la resistenza all’insulina, diminuisce il rischio di diabete e l’insorgenza di alcuni tumori ad essa correlati.